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Una cittadina francese, Tulle, agli inizi del secolo scorso. Una provincia un po' appartata, un posto come tanti, con la quiete dei vicoli e l'animazione delle piazze, il mercato e la cattedrale, e la Corrèze, il fiume placido costeggiato di alberi ombrosi. Tulle, abitata da distinti borghesi, e da antiche famiglie di artigiani e commercianti. Tulle, una provincia tipica, in cui le velleità urbane convivono con le radici contadine. Un luogo tranquillo, insomma. Che cosa potrà mai accadere di straordinario nella placida, anonima Tulle? È il 1917 quando la prima di una lunga serie di lettere anonime firmate "l'Occhio di Tigre", comincia a incrinarne la calma apparente, prima in maniera sotterranea, poi sempre più eclatante, sollevando il coperchio su un groviglio di vizi veri o presunti, che sembrano concentrarsi all'interno della più severa istituzione cittadina, la Prefettura, e che disseminano odio e oscenità fino a causare la morte di due innocenti. La vicenda che tenne la Francia con il fiato sospeso, scuotendo l'opinione pubblica e chiamando in causa le voci dei più autorevoli medici e scienziati dell'epoca, terminò con un processo fra i più celebri del secolo. Chi era dunque l'uccello del malaugurio, l'oscuro firmatario delle migliaia di lettere vergate a mano che per cinque lunghi anni tenne in scacco un'intera comunità?